Errori APE sull’involucro: come evitarli

Nella redazione di un APE (attestato di prestazione energetica) bisogna prestare particolare attenzione ad alcuni passaggi ad esempio gli errori nell’involucro. Ci sono infatti alcuni errori che vengono statisticamente commessi più spesso di altri. Per questo, dopo aver analizzato i report delle verifiche effettuate a campione dagli enti preposti, vi proponiamo una lista degli errori più comuni negli APE per aiutarvi ad evitarli. In questa seconda puntata analizzeremo gli errori su involucro, superfici e volumi.

Errori APE sull'involucro: come evitarli
Errori APE sull’involucro: come evitarli

Errori APE sull’involucro: superficie utile e volume netto

Relativamente al calcolo della SU (superficie utile) e del Vn (volume netto) si rende necessario, a fronte dei molteplici errori riscontrati dagli Enti preposti al controllo degli APE, di approfondire i metodi corretti per calcolarli in alcuni casi particolari, ovvero in presenza di:

  1. Partizioni interne;
  2. Porzioni ad altezza inferiore a 1,5 m;
  3. Soppalco;
  4. Locali non computabili;
  5. Scala interna;
  6. Vano scala.

1) Errori APE sull’involucro: partizioni interne

E’ sempre necessario che la SU (superficie utile) sia intesa come la superficie netta calpestabile dei locali climatizzabili. Questo significa che va considerata al netto di tramezzi ed involucro esterno (murature esterne) e comprensiva delle soglie delle porte e degli spazi al di sotto dei terminali di emissione.

Errori APE sull'involucro: come evitarli - Figura 1: evidenziata in rosso la zona riscaldata dell'UI in analisi, la SU è campita, a destra, in retino grigio.
Come si può denotare, le partizioni interne ed i muri esterni sono esclusi dal computo della Superficie Utile.
(Image credit: ARIA - Regione Lombardia)
Figura 1: evidenziata in rosso la zona riscaldata dell’UI in analisi, la SU è campita, a destra, in retino grigio.
Come si può denotare, le partizioni interne ed i muri esterni sono esclusi dal computo della Superficie Utile.
(Image credit: ARIA – Regione Lombardia)
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2) Errori APE sull’involucro: porzioni ad altezza inferiore a 1,5 m

In presenza di locali interni al subalterno quali scale aperte, sottotetti o mansarde la cui altezza è variabile (per la presenza delle falde del tetto) o, più genericamente, in caso di locali con altezze variabili: dal calcolo della SU è necessario escludere tutte quelle porzioni aventi altezza inferiore a 1,5 m.
Il Vn può essere quindi calcolato come prodotto tra la SU e l’altezza netta media dei locali, qualora non ve ne siano porzioni di altezza netta inferiore a 1,5 m.

Nei casi complementari, ossia ove fosse necessario desumere semplicemente il volume lordo riscaldato, va considerato l’effettivo volume d’aria presente all’interno degli ambienti oggetto di APE e quindi si computeranno anche quelle porzioni con h<1,5m.
Nel caso di sottotetto, con altezze differenti, il volume lordo si computa considerando l’altezza netta media reale. Si intende quella calcolata comprendendo anche la porzione di sottotetto con altezza netta inferiore a 1,5 m poiché anche tale porzione è oggetto di climatizzazione.

Figura 2: attenzione alle mansarde! Il Vn si calcola escludendo le porzioni con h<1,5m, mentre il volume lordo riscaldato deve includerle.
(Image credit: https://www.tavolisedie.com/modules/ph_simpleblog/featured/147.jpg)

3) Soppalco

Se nella zona termica fosse invece presente un soppalco raggiungibile, quindi facente parte di un locale climatizzato, e utilizzando i medesimi criteri del punto 2 precedentemente analizzato, sarà pertanto necessario considerare la SU dello stesso per la parte in cui possiede un’altezza netta superiore a 1,5 m.
Non bisogna includere nella superficie utile tutte quelle le porzioni non raggiungibili di cui non ne è previsto l’utilizzo (in quanto ambienti non calpestabili). Ai fini del calcolo del volume riscaldato sarà invece necessario includerle poiché va considerato l’intero “volume d’aria” da climatizzare.

Errori APE sull'involucro: come evitarli - Figura 3: attenzione ai soppalchi! Ecco un esempio di porzione non raggiungibile e non calpestabile.
(Image credit: ARIA - Regione Lombardia)
Figura 3: attenzione ai soppalchi! Ecco un esempio di porzione non raggiungibile e non calpestabile.
(Image credit: ARIA – Regione Lombardia)

4) Errori APE sull’involucro: locali non computabili

Ci sono porzioni dell’UI che vanno escluse dagli ambienti da inserire nell’APE e quindi dal computo della superficie utile e del volume netto.
Si riferiscono ad ambienti non climatizzabili, vani tecnici o vani esclusi perché sono spazi necessari ai processi produttivi (forni, celle frigorifere, magazzini e depositi non climatizzati, cantine, box, autorimesse e deposito veicoli, parcheggi mono e multipiano, strutture rimovibili a protezione di impianti sportivi, etc.).
Quindi se un ambiente è riscaldato per via dei processi produttivi ivi presenti, ma non risulta dotato di un impianto dedicato di climatizzazione estiva e/o invernale, esso non contribuisce ai calcoli utili alla redazione dell’APE.

I consigli visti finora per evitare gli errori più comuni sugli impianti nell’APE sono relativi soprattutto alla fase di sopralluogo. Al termine di questa fase si sincronizza la pratica e si trasmettono tutti i dati via internet a TERMOLOG: in tempo reale possono essere ricevuti in studio i dati dell’involucro.

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5) Errori APE sull’involucro: scala interna

Per computare la superficie netta in presenza di una scala interna all’UI è necessario considerare:

  • al piano inferiore tutta la superficie calpestabile con h>1,5 m;
  • al piano superiore la proiezione orizzontale della scala sul solaio superiore affinché coincida al massimo con il foro presente nel solaio interpiano.

Qualora il foro sul solaio interpiano non coincidesse con la proiezione della scala, sarà necessario considerare la superficie inferiore tra quella della proiezione della scala e quella del foro del solaio. Si specifica che per ciascuna rampa bisogna effettuare la valutazione.

Per computare il volume in presenza di una scala interna all’UI è necessario considerare:

  • al piano inferiore tutta la superficie di pavimento, incluse le porzioni aventi con h<1,5 m moltiplicata per l’altezza del piano;
  • al piano superiore la superficie di pavimento a cui viene aggiunta la proiezione orizzontale della scala sul solaio superiore, affinché coincida al massimo con il foro presente nel solaio interpiano moltiplicata per l’altezza del piano.

6) Vano scala

In presenza di un vano scala, in edificio a destinazione d’uso residenziale, il Certificatore deve capire e valutare se esso ricada tra gli ambienti da considerare non climatizzabili. Questo per la sussistenza del divieto di climatizzazione.
Il primo approfondimento va fatto consultando le FAQ dei sistemi informativi regionali e le relative disposizioni emanate da ogni Regione.

In Lombardia, ad esempio (L.R. 24/2006), viene indicato che negli edifici classificati nella categoria E1 (Art. 3, C. 1, del D.P.R. 26 Agosto 1993, n. 412) è espressamente vietato climatizzare cantine, ripostigli, scale primarie e secondarie, box, garage e depositi.
Secondo la Circolare Regionale Settore Sanità e Igiene n. 8 p.to 3.4.31 (B.U.R.L. 17 Marzo 1995, 3° supplemento ordinario al n. 11), così come richiamato dalla D.G.R. 7635/2008, il divieto è relativo a:

  • scale primarie e secondarie che collegano spazi di abitazione con cantine, box, garage;
  • cantine, box, garage.

Pertanto, nei casi non rientrati a quanto sopra descritto, si considera plausibile la computazione del vano scala nel volume climatizzato e quindi nella superficie utile e nel volume netto. Ne consegue che le superfici verso tali vani non sono da considerare disperdenti.
In caso contrario, in presenza di un vano scala non climatizzabile ai sensi della L.R. 24/2006 e s.m.i., è necessario escluderlo dal calcolo di superficie utile e volume netto. Bisogna considerarlo freddo e computare le superfici verso tale ambiente come disperdenti.
In linea di massima quanto stabilisce Regione Lombardia è condiviso anche nel resto d’Italia. Va comunque verificato dal Certificatore, per evitare di compiere errori.

Figura 4: Vani scala interni ed esterni.
In colore rosso, un vano scala interno all'UI, posto in ambiente climatizzato, da includere quindi nei computi.
In colore blu, un vano scala esterno all'UI, posto in zona non riscaldata (ZNR), da escludere quindi nei computi.
(Image credit: ARIA - Regione Lombardia)
Figura 4: Vani scala interni ed esterni.
In colore rosso, un vano scala interno all’UI, posto in ambiente climatizzato, da includere quindi nei computi.
In colore blu, un vano scala esterno all’UI, posto in zona non riscaldata (ZNR), da escludere quindi nei computi.
(Image credit: ARIA – Regione Lombardia)
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Approfondimenti utili

Hai ancora dubbi o domande sulla redazione dell’APE? Leggi questo articolo sulle domande e risposte alla Certificazione energetica APE.

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Ingegnere Edile/Architetto, laureatomi presso l’Università degli Studi di Pavia.
Svolgo l’attività di libero professionista, sono CTU presso il foro Alessandrino e mi dedico alle tematiche energetiche, all’impiantistica, alle fonti rinnovabili ed alla sostenibilità in edilizia.
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