La pratica INAIL per l’impianto termico

Il Titolo II del Decreto Ministeriale 01/12/1975 stabilisce quali sono i requisiti di sicurezza, per la pratica INAIL per l’impianto termico, che i generatori di calore per impianti di riscaldamento ad acqua calda sotto pressione, con temperatura non superiore a quella di ebollizione a pressione atmosferica, devono soddisfare per la prevenzione degli infortuni.

Cos’è la pratica INAIL per l’impianto termico

In particolare l’articolo 18 prevede che, per i generatori soggetti alle disposizioni del decreto, deve essere presentata una denuncia all’Associazione nazionale per il controllo della combustione (INAIL) nei seguenti casi:

  • nuova installazione
  • modifiche interessanti ai dispositivi di sicurezza e di protezione dei generatori
  • sostituzione o modifica del generatore/i esistenti con un aumento della potenzialità nominale o una variazione della pressione di targa.

La pratica di denuncia dell’impianto deve essere quindi preparata dall’installatore e deve attenersi al formato e ai contenuti previsti dalla Circolare INAIL 28-02-2011.

Tutta la formazione che vuoi sulla pratica INAIL e l’impianto termico

In questo focus tecnico verranno analizzati:

  • i documenti di cui si compone la pratica di denuncia di suddetti impianti, analizzandone anche i contenuti minimi e gli eventuali dettagli aggiuntivi.
  • il dimensionamento di alcuni dispositivi di sicurezza, espansione, protezione e controllo per i generatori ad acqua calda con circuito a vaso chiuso o aperto, in conformità alla nuova raccolta R- edizione 2009

TERMOLOG Modulo INAIL è lo strumento che permette di compilare la documentazione di progetto che accompagna la denuncia degli impianti di riscaldamento centralizzati di potenza globale superiore ai 35 kW, in conformità al DM 01/12/1975 e alla Circolare INAIL 28-02-2011.
Modulo INAIL controlla anche che valvola di sicurezza, vaso di espansione e valvola di scarico termico rispettino le verifiche previste nella Raccolta R – edizione 2009, riassumendo i calcoli e i controlli svolti in relazione tecnica.

Per compilare senza errori la pratica INAIL per l’impianto termico

I compiti dell’INAIL in materia di impianto termico

L’ISPESL, acronimo di Istituto Superiore per la Prevenzione E la Sicurezza del Lavoro, era un ente di diritto pubblico del settore della ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero della Salute. L’art.7 del DL n.78 del 31/05/2010 ha poi soppresso l’ISPESL, trasferendo le relative funzioni all’INAIL.

Nell’art.16 del Titolo II del DM 01/12/1975 si afferma che:

I generatori di calore alimentati da combustibile solido, liquido o gassoso per impianti centrali di riscaldamento utilizzanti acqua calda sotto pressione con temperatura dell’acqua non superiore alla temperatura di ebollizione alla pressione atmosferica, con esclusione di quelli destinati ad impianti con potenzialità globale dei focolai non superiore a 30.000 kcal/h e di quelli ricadenti nelle ipotesi previste, per i generatori di vapore, all’art. 3 del regio decreto 12 maggio 1927, n. 824, devono essere realizzati dal costruttore ed installati in modo che ne sia assicurata la stabilità nelle condizioni di massima pressione di esercizio alla quale sono destinati a funzionare

Si fa quindi riferimento ad impianti termici con potenzialità maggiore di 35 kW che devono rispettare specifici requisiti di sicurezza e nel successivo art. 18, sempre in riferimento a questo gruppo di impianti, viene indicato chiaramente in quali casi è necessario presentare la denuncia dell’impianto all’INAIL:

  • nuova installazione di impianto
  • modifiche interessanti ai dispositivi di sicurezza e di protezione dei generatori
  • sostituzione o modifica del generatore che comportino un aumento della potenzialità nominale o una variazione della pressione di targa rispetto a quelle esistenti prima del cambiamento effettuato.

Qualora si rientri in uno dei casi precedenti, prima che venga iniziata la costruzione o la modifica dell’impianto, deve essere presentata una denuncia all’INAIL a cura dell’installatore. Inoltre, unitamente alla denuncia, l’installatore deve presentare il progetto firmato da un ingegnere o altro tecnico abilitato a norma delle disposizioni in vigore.
L’INAIL provvederà quindi all’esame della rispondenza del progetto alle norme vigenti, comunicandone l’esito al richiedente e provvedendo all’omologazione dell’impianto.

Nell’ art.22 del Titolo II del DM 01/12/1975 si indica inoltre che:

Ogni cinque anni, solo gli impianti centralizzati installati in edifici condominiali per i quali esista, a norma dell’art. 1129 del codice civile, l’obbligatorietà della nomina dell’amministratore oppure aventi potenzialità globale dei focolai superiore a 116 kW (100.000 kcal/h), devono essere sottoposti da parte dell’INAIL (ex-ISPESL) ad una verifica dello stato di efficienza dei dispositivi di sicurezza, di protezione e di controllo.

I contenuti della pratica INAIL di denuncia dell’impianto termico

I contenuti della pratica di denuncia dell’impianto sono stati stabiliti dalla Circolare INAIL A00-09/00 01448/2011 in particolare devono essere presenti:

  • denuncia redatta su apposito modello RD
  • relazione tecnica redatta sugli appositi modelli RR, RR/gen (uno per ogni generatore) e RR/circuiti (uno per ogni circuito intercettabile)
  • dati complementari alla relazione tecnica elencati al punto 3 della Circolare
  • schema idraulico dell’impianto.

La modulistica da compilare può essere scaricata dal sito www.inail.it nella sezione dedicata a moduli e modelli.

Pratica INAIL impianto termico - modello pratica
Modello Pratica INAIL

TERMOLOG Modulo INAIL facilita la compilazione dei moduli ai precedenti punti a), b), c), consentendo anche di accedere ad archivi riguardanti anagrafiche/generatori/valvole di sicurezza:

Pratica INAIL impianto termico - Schermata Modulo INAIL TERMOLOG
Schermata Modulo INAIL TERMOLOG

La Raccolta R – Edizione 2009 e il dimensionamento dei dispositivi dell’impianto

Nell’art.26 del Titolo III del DM 01/12/1975 si afferma che:

L’associazione nazionale per il controllo della combustione emana, su conforme parere del proprio consiglio tecnico, le specificazioni tecniche applicative del presente decreto

Dal 01-03-2011 le specifiche tecniche in questione sono quindi rappresentate dalla Raccolta R-Edizione 2009, introdotta con la Circolare INAIL n.1 IN/2010 del 14-12-2010.
La nuova Raccolta R, che sostituisce la precedente del 1982, si prefigge quindi come scopo quello di adeguare la regolamentazione degli impianti centrali di riscaldamento alimentati da acqua calda sotto pressione al progresso tecnologico intercorso nel frattempo (dal 1982): la Raccolta R-Edizione 2009 si applica infatti agli impianti centrali di riscaldamento che usano acqua calda sotto pressione a temperatura non superiore a 110°C e potenza nominale complessiva dei focolari superiore a 35kW.

La Raccolta R è organizzata in fascicoli:

  • fascicolo R.1: di carattere generale definisce i campi di applicazione, la terminologia di riferimento e le tipologie dei generatori di calore.
  • fascicolo R.2: è relativo ai dispositivi di sicurezza di protezione e di controllo negli impianti termici.
  • gli altri fascicoli analizzano le caratteristiche degli impianti, le verifiche a cui sono soggetti e le specifiche tecniche per i limitatori di pressioni e di temperature.

Nei paragrafi seguenti verranno poi illustrate nel dettaglio le verifiche che la Raccolta R prevede siano eseguite sui vari dispositivi che possono essere presenti in un impianto termico:

Pratica INAIL impianto termico- Modello Impianto
Modello Impianto

Dimensionamento della valvola di sicurezza e della valvola di scarica termico

Nel capitolo R.1.B della Raccolta R i dispositivi di sicurezza sono definiti come:

Dispositivi automatici destinati ad impedire che siano superati i valori limiti prefissati di pressione e temperatura dell’acqua

Tra i dispositivi di sicurezza sono incluse anche la valvola di sicurezza e la valvola di scarico termico che descriviamo più in dettaglio qui di seguito.

Valvola di sicurezza

La valvola di sicurezza scarica una quantità di fluido tale da impedire che sia superata la pressione di sicurezza prefissata. La valvola è caratterizzata da una pressione di taratura e da una portata di scarico. Si usa negli impianti a vaso chiuso.

Nella seguente tabella sono sintetizzate le principali verifiche che la Raccolta R richiede siano rispettate per la valvola di sicurezza:

VerificaRiferimento Raccolta R
La sovrappressione delle valvole di sicurezza non deve superare il maggiore dei seguenti valori:20% della pressione di taratura;0,1 barR.2.A – par.2.2.9
Lo scarto di chiusura non deve essere superiore al maggiore fra i seguenti valori:20% della pressione di taratura;0.5 barR.2.A – par.2.2.10
La portata di scarico deve essere tale da consentire lo scarico di un quantitativo di vapore, espresso in kg/h, non inferiore a:

Q = P/0,58

con:
P: potenza termica nominale del generatore espressa in kW
R.3.B – par.2.2
Il diametro della minima sezione trasversale netta dell’entrata della valvola deve essere non inferiore a 15 mmR.3.B – par.2.2
La pressione di taratura della valvola, aumentata dalla sovrappressione ammessa, non può superare la pressione massima di esercizio del generatore di caloreR.3.B – par.2.3
La tubazione di collegamento della valvola di sicurezza al generatore di calore non deve essere intercettabile e non deve presentare in nessun punto sezione inferiore a quella di ingresso della valvola di sicurezza o alla somma delle sezioni di ingresso nel caso di più valvole facenti capo ad una unica tubazioneR.3.B – par.2.5
Il diametro della tubazione di scarico non deve comunque essere inferiore a quello del raccordo di uscita della valvola di sicurezza.
Quale diametro del raccordo di uscita va inteso il diametro interno minimo sull’uscita della valvola a monte dell’eventuale filettatura interna oppure il diametro interno dell’eventuale tubo di scarico montato in sede di prova di qualifica della valvola
R.3.B – par.2.7

Valvola di scarico termico

La valvola di scarico termico scarica una quantità di fluido tale da impedire che sia superata la temperatura di sicurezza prefissata. Le valvole di scarico termico sono dotate di azione positiva, cioè entrano in azione anche in caso di avaria dell’elemento sensibile.
La valvola di scarico termico va installata in prossimità del generatore, alla sommità di esso o sulla tubazione di mandata a monte di qualsiasi organo di intercettazione:

Nella seguente tabella sono sintetizzate le principali verifiche che la Raccolta R richiede siano rispettate per la valvola di scarico termico:

VerificaRiferimento Raccolta R
Nel caso di reintegro totale dalla rete idrica, con esclusione dell’impiego dell’autoclave, la portata da scaricare si assume:

Q = P/0,093 [l/h]

con:
P: potenza termica nominale del generatore espressa in kW
R.2.A – par.3.7.1
Nel caso di reintegro parziale, assimilabile al mancato reintegro, la portata Q da scaricare deve essere non inferiore a:

Q = P/0,029 [I/h]

con:
P: potenza termica nominale del generatore espressa in kW
R.2.A – par.3.7.2

Dimensionamento del vaso di espansione per impianti a vaso chiuso

Nella seguente tabella sono sintetizzate le principali verifiche che la Raccolta R richiede siano rispettate per un vaso di espansione chiuso:

VerificaRiferimento Raccolta R
La pressione massima di esercizio del vaso deve essere non inferiore alla pressione di taratura della valvola di sicurezza aumentata della sovrappressione caratteristica della valvola stessa, e tenuto conto dell’eventuale dislivello tra vaso e valvolaR.3.B – par.3.1
Il volume del vaso di espansione chiuso deve essere dimensionato in relazione al volume di espansione dell’acqua dell’impiantoR.3.B – par.4.1
Per i vasi senza diaframma sarà:

Vn ≥ VE / (Pa/P1 – Pa/P2)

in cui:
Vn: volume nominale del vaso, in litri;
Pa: pressione atmosferica assoluta, in bar;
P1: pressione assoluta iniziale, misurata in bar, corrispondente alla pressione idrostatica nel punto in cui viene installato il vaso (o alla pressione di reintegro del gruppo di riempimento) aumentata di una quantità stabilita dal progettista e comunque non inferiore a 0,15 bar;
Tale valore iniziale di pressione assoluta non potrà essere inferiore a 1.5 bar;
P2: pressione assoluta di taratura della valvola di sicurezza, in bar, diminuita di una quantità corrispondente al dislivello di quota esistente tra vaso di espansione e valvola di sicurezza, se quest’ultima è posta più in basso ovvero aumentata se posta più in alto;
VE: VA x n/100, volume di espansione in litri;
VA: volume totale dell’impianto, in litri;
n: 0,31 + 3,9 x10-4.tm2
tm: temperatura massima ammissibile in °C riferita all’intervento dei dispositivi di sicurezza.
R.3.B – par.4.2
Per i vasi con diaframma sarà:

Vn ≥ VE / (1 – P1/P2)

in cui:
P1: pressione assoluta in bar, a cui è precaricato il cuscino di gas, pressione che non potrà risultare inferiore alla pressione idrostatica nel punto in cui viene installato il vaso (o alla pressione di reintegro del gruppo di riempimento).
Tale valore iniziale di pressione assoluta non potrà essere inferiore a 1.5 bar;
P2: stesso significato che per vasi senza diaframma.
R.3.B – par.4.3

Dimensionamento del vaso di espansione per impianti a vaso aperto

Nella seguente tabella sono sintetizzate le principali verifiche che la Raccolta R richiede siano rispettate per un vaso di espansione aperto:

VerificaRiferimento Raccolta R
Il vaso di espansione deve avere capacità utile (intendendosi per tale il volume compreso tra il livello dell’acqua a impianto inattivo e il livello dell’acqua in corrispondenza alla generatrice inferiore dell’orifizio di troppo pieno) non inferiore al volume di espansione VE.
Il contenuto dell’acqua dell’impianto deve risultare dal progetto
R.3.A – par.2.1
Il volume utile del vaso di espansione aperto dovrà essere non inferiore a:

VE = VA x n/100

con:
VA: volume totale dell’impianto, in litri;
n: 0,31 + 3,9 x10-4 x tm2;
tm: temperatura massima ammissibile in °C riferita all’intervento dei dispositivi di sicurezza
R.3.A – par.2.9

Come indicato nel cap.R.2.A, par.1 della Raccolta R:

Il generatore di calore, negli impianti a vaso aperto, deve essere collegato ad un tubo di sicurezza e ad un tubo di carico secondo lo schema della Figura 1.Il tubo di carico deve collegare la parte inferiore del generatore con la parte inferiore del vaso d’espansione al fine di consentire il rapido riempimento del generatore con l’acqua proveniente dal vaso. […] Il tubo di sicurezza deve mettere in comunicazione la parte più alta del generatore con l’atmosfera e non presentare contropendenze, salvo il tratto destinato a sboccare nella parte superiore del vaso di espansione

Nella seguente figura è riportata la configurazione classica per un impianto a vaso aperto:

La Raccolta R fornisce precise indicazioni anche per il dimensionamento del tubo di sicurezza e del tubo di carico:

VerificaRiferimento Raccolta R
Il diametro interno del tubo di sicurezza deve essere non minore di:

Ds = 15 + 1,4 x (Q)0,5 [mm]

con un minimo di 18 mm

con:
Q: potenza nominale del o dei generatori espressa in kW.
Il tubo di sicurezza non deve avere alcun organo di intercettazione totale o parziale
R.2.A – par.1.1
Il diametro interno del tubo di carico non deve essere minore di:

Dc = 15 + 1,0 x (Q)0,5 [mm]

con un minimo di 18 mm

con:
Q: potenza nominale del o dei generatori espressa in kW.
Il tubo di carico non deve avere alcun organo di intercettazione totale o parziale
R.2.A – par.1.2

TERMOLOG Modulo INAIL permette di effettuare il dimensionamento dei dispositivi di sicurezza precedentemente descritti:

Tutte le verifiche svolte vengono riassunte in una relazione tecnica conclusiva, allegabile alla pratica INAIL.


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Laurea in Ingegneria civile indirizzo geotecnico e mi occupo di assistenza tecnica per i software Logical Soft.
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