DNSH: come si compila la relazione

Per poter accedere ai fondi RRF dell’UE è necessario predisporre un’apposita relazione DNSH . DNSH significa “Do No Significant Harm”. Si riferisce ad un principio che richiede che gli interventi del PNRR non causino danni all’ambiente. Vediamola assieme.

DNSH: come si compila la relazione
DNSH: come si compila la relazione

Cosa significa ed in cosa consiste il DNSH

DNSH è l’acronimo di “Do No Significant Harm” (non arrecare danni significativi). È un principio importante nel contesto degli interventi previsti dai Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) dell’Unione Europea.
Il principio DNSH richiede specificamente che gli interventi pianificati non causino danni (harm) rilevanti (significant) all’ambiente. E’ un criterio fondamentale per accedere ai finanziamenti del Recovery and Resilience Facility (RRF), che è un programma dell’UE volto a sostenere la ripresa economica e la resilienza degli Stati membri – quindi Italia compresa – dopo la crisi causata dalla pandemia di COVID-19.
L’inclusione di questo principio nei PNRR nazionali, evidenzia infatti l’importanza di considerare l’impatto ambientale degli interventi e promuovere azioni sostenibili nel perseguimento degli obiettivi di ripresa economica.

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Un po’ di storia…

La dizione “Do No Significant Harm” è stata introdotta ufficialmente all’interno del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 dell’Unione Europea e del Recovery and Resilience Facility (RRF). Il quadro finanziario risale al Dicembre 2020 ed ha fornito le basi per i programmi di finanziamento dell’UE durante il periodo specificato. Il dispositivo RRF ha una durata di 6 anni ed è stato istituito con l’obiettivo di strutturare dei cambiamenti duraturi, declinati nel PNRR, legati principalmente a sei missioni:

  • M1. digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
  • M2. rivoluzione verde e transizione ecologica
  • M3. infrastrutture per una mobilità sostenibile
  • M4. istruzione e ricerca
  • M5. inclusione e coesione sociale
  • M6. salute.

Il principio DNSH è stato poi incorporato nei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) degli Stati membri dell’UE, inclusa l’Italia. I PNRR sono stati elaborati dai governi nazionali in risposta alla crisi economica causata dalla pandemia di COVID-19 e come strumenti per accedere ai finanziamenti del RRF.

Il Regolamento UE 2020/852 ed i 6 obiettivi principali

La “Tassonomia Europea delle Attività Sostenibili” (Regolamento UE 2020/852) rappresenta un importante punto di svolta nelle politiche europee sulla finanza sostenibile. Il regolamento stabilisce infatti criteri, sia quantitativi che qualitativi, per valutare il contributo di ogni attività economica ai sei obiettivi di sostenibilità definiti nel regolamento stesso.

Questi obiettivi si esplicitano attraverso:

  • O1. la mitigazione dei cambiamenti climatici;
  • O2. l’adattamento ai cambiamenti climatici;
  • O3. l’uso sostenibile e la protezione delle risorse idriche e marine;
  • O4. la transizione verso un’economia circolare;
  • O5. la prevenzione ed il controllo (riduzione) dell’inquinamento;
  • O6. la protezione ed il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
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DNSH: i 4 scenari

Gli effetti generati sui sei obiettivi ambientali da un investimento o una riforma sono quindi stati ricondotti a quattro scenari distinti:

  • S1. La misura ha impatto nullo o trascurabile sull’obiettivo
  • S2. La misura sostiene l’obiettivo con un coefficiente del 100%
  • S3. La misura contribuisce “in modo sostanziale” all’obiettivo ambientale
  • S4. La misura richiede una valutazione DNSH complessiva.

Investimenti per il Green Deal

Attraverso la classificazione delle attività sostenibili l’UE intende promuovere gli investimenti sia pubblici che privati in progetti verdi e sostenibili, al fine di realizzare gli obiettivi del Green Deal e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Il principio fondamentale della sopracitata Tassonomia è che un’attività economica, per essere considerata sostenibile, non solo deve contribuire in modo significativo a uno degli obiettivi menzionati, ma non deve arrecare danni significativi agli altri obiettivi. Questo principio è proprio il fondamento del DNSH.

DNSH: le attività dannose e l’approccio LCA

In particolare, un’attività economica viene considerata come “dannosa in modo significativo” se:

  • Produce emissioni significative di gas climalteranti
  • Aumenta l’impatto negativo degli eventi climatici avversi sull’attività stessa, sulle persone, sulla natura o sui beni, sia nel presente che nel futuro
  • Deteriora la qualità delle risorse idriche e riduce anche il loro potenziale ecologico
  • Utilizza inefficientemente materiali riciclati, aumenta l’uso di risorse o genera una quantità significativa di rifiuti
  • Causa un aumento delle emissioni di inquinanti nell’aria, nell’acqua o nel suolo
  • Provoca danni agli ecosistemi o compromette lo stato di conservazione degli habitat e della biodiversità.

Il concetto di “danno significativo” o “rilevante” viene valutato attraverso un approccio LCA (Life Cycle Assessment), che considera l’intero ciclo di vita dei prodotti, dei processi e dei servizi forniti dall’attività economica, dall’inizio alla fine (cradle-to-grave).

DNSH: la valutazione dicotomica e la Circolare MISE

La conformità al principio DNSH si basa su una valutazione dicotomica che prevede:

  • il «rispetto del principio DNSH»;
  • il «non rispetto del principio DNSH».

La Circolare del MISE n. 120820 del 28 Marzo 2022 specifica i dettagli e le modalità di verifica al principio DNSH.

Quando è obbligatoria la relazione DNSH?

Tutti gli interventi previsti dal PNRR devono presentare una valutazione di sostenibilità attraverso la redazione di una relazione DNSH, ai sensi dell’Articolo 17 del Regolamento UE 2020/852.
In realtà, volendo essere pignoli, potremmo affermare che gran parte dei principi DNSH sono in pratica già obbligatori dal 2017, quando vennero pubblicati i CAM Edilizia (DM 11-10-2017). I criteri contenuti nei CAM sono cogenti ai sensi dell’Art. 34 del Codice dei Contratti Pubblici e pertanto i progetti di LLPP devono già essere sostenibili.
Esistono quindi forti legami tra il principio DNSH ed i CAM nell’ambito dell’edilizia sostenibile. Entrambi si concentrano infatti sulla valutazione degli impatti ambientali e sulla promozione di pratiche sostenibili nel settore delle costruzioni.

DNSH e CAM: le convergenze nel settore edile

Il principio DNSH, come già menzionato precedentemente, si riferisce all’obbligo di evitare che un’attività economica arrechi danni significativi all’ambiente, tenendo conto di diversi obiettivi di sostenibilità come la mitigazione del cambiamento climatico, la protezione delle risorse idriche, la transizione verso l’economia circolare, la prevenzione dell’inquinamento e la protezione della biodiversità.

I CAM, d’altra parte, sono una serie di criteri e requisiti stabiliti a livello normativo per promuovere la sostenibilità nelle attività di costruzione, ristrutturazione e demolizione degli edifici. Essi comprendono aspetti ambientali, sociali ed economici, con l’obiettivo di migliorare le prestazioni degli edifici in termini di efficienza energetica, utilizzo delle risorse, qualità dell’aria interna, gestione dei rifiuti e altro ancora.

Nei CAM, vengono definiti anche dei parametri che le nuove costruzioni o le ristrutturazioni devono rispettare per garantire un impatto ambientale ridotto. Ad esempio, possono essere richieste prestazioni energetiche specifiche, l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale, la riduzione delle emissioni di gas serra o l’adozione di soluzioni per il risparmio idrico.

Il principio DNSH può essere considerato come un quadro più ampio e trasversale, che si applica a tutte le attività economiche, comprese quelle nel settore dell’edilizia. I CAM, invece, forniscono orientamenti e requisiti specifici per promuovere la sostenibilità nel contesto delle costruzioni.

In sintesi, il principio DNSH può essere considerato un principio guida generale per evitare danni significativi all’ambiente, mentre i CAM sono strumenti normativi specifici nel settore dell’edilizia che promuovono la sostenibilità attraverso requisiti prestazionali specifici. Entrambi hanno l’obiettivo di promuovere pratiche sostenibili e ridurre l’impatto ambientale delle attività nel settore dell’edilizia.

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Relazione DNSH: cosa considerare per una corretta valutazione

La valutazione del principio DNSH o del contributo positivo agli obiettivi ambientali è effettuata tenendo conto:

  • Delle condizioni di esclusione settoriali previste nell’ambito del PNRR; sono esclusi, ad esempio, i seguenti codici Nace/Ateco: 05 estrazione di carbone, 07 estrazione di minerali metalliferi, 38.22 trattamento e smaltimento di rifiuti pericolosi.
  • Della dimensione dell’investimento, con una soglia di differenziazione delle metodologie di valutazione pari a 10 mln di €.
  • Della relazione di sostenibilità elaborata dalle imprese proponenti in cui esse forniscono le informazioni richieste rispetto agli obiettivi ambientali pertinenti, in funzione del regime valutativo applicabile e della soglia di investimento.
  • I possibili elementi di prova richiamati nella relazione possono includere: valutazioni ambientali/dei rischi, asseverazioni di esperti, certificazioni ambientali (EMAS, UNI EN ISO 14001, EcoLabel) etc.

Relazione DNSH: approccio semplificato o analisi approfondita

Sono stati definiti due approcci per le valutazioni DNSH:

1. Approccio semplificato

Adottato se, per un singolo obiettivo, l’intervento è classificabile in uno dei primi tre scenari (S1, S2, S3). Le amministrazioni hanno quindi fornito una breve motivazione per mettere in luce le ragioni per cui l’intervento è associato ad un rischio limitato di danno ambientale, a prescindere dal suo contributo potenziale alla transizione verde.

2. Analisi approfondita e condizioni da rispettare

Da adottare per gli investimenti e le riforme che ricadono in settori come quello dell’energia, dei trasporti o della gestione dei rifiuti, e che dunque presentano un rischio maggiore di incidere su uno o più obiettivi ambientali. La stessa analisi si è resa necessaria anche per gli interventi che mirano a fornire un contributo sostanziale alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

Sarà opportuno esplicitare gli elementi essenziali necessari all’assolvimento del DNSH nei decreti di finanziamento e negli specifici documenti tecnici di gara, eventualmente prevedendo meccanismi amministrativi automatici che comportino la sospensione dei pagamenti e l’avocazione del procedimento in caso di mancato rispetto del DNSH.

Allo stesso modo, una volta attivati gli appalti, sarà utile che il documento d’indirizzo alla progettazione fornisca indicazioni tecniche per l’applicazione progettuale delle prescrizioni finalizzate al rispetto del DNSH, mentre i documenti di progettazione, capitolato e disciplinare dovrebbero riportare indicazioni specifiche finalizzate al rispetto del principio affinché sia possibile riportare nei SAL una descrizione dettagliata sull’adempimento delle condizioni imposte dal rispetto del principio.

DNSH: i punti chiave da considerare in una relazione di valutazione

La compilazione di una relazione DNSH richiede una valutazione accurata degli impatti e dei potenziali danni causati da un’attività economica in relazione ai diversi obiettivi di sostenibilità definiti dalla Tassonomia UE delle Attività Sostenibili.

I 6 punti chiave in una relazione di valutazione DNSH

Chi dovesse redigere una relazione DNSH, dovrà per forza considerare i seguenti punti chiave:

  1. Contesto dell’attività economica: descrivere l’attività economica in questione, inclusi il settore, la natura delle operazioni e i prodotti o servizi coinvolti. Fornire informazioni rilevanti sul ciclo di vita dell’attività economica, dalla fase di produzione o erogazione fino allo smaltimento.
  2. Obiettivi di sostenibilità: indicare gli obiettivi di sostenibilità specifici definiti dalla Tassonomia Europea delle Attività Sostenibili, come la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’uso sostenibile delle risorse, la transizione verso un’economia circolare, la prevenzione dell’inquinamento e la protezione della biodiversità.
  3. Valutazione degli impatti: valutare gli impatti dell’attività economica su ciascuno degli obiettivi di sostenibilità. Considerare sia gli impatti positivi che quelli negativi. Ad esempio, se l’attività economica riduce le emissioni di gas climalteranti o promuove l’efficienza energetica, questi aspetti possono essere considerati come impatti positivi. Al contrario, se l’attività economica genera rifiuti in modo significativo o danneggia gli habitat naturali, questi aspetti possono essere considerati come impatti negativi.
  4. Analisi del danno significativo: applicare i criteri di danno significativo stabiliti dalla Tassonomia UE per determinare se l’attività economica causa un danno significativo ad uno o più obiettivi di sostenibilità. Fare riferimento alle definizioni specifiche di danno significativo per ciascun obiettivo e valutare se l’attività soddisfa tali criteri.
  5. Misurazione e monitoraggio: se possibile, fornire dati quantitativi o indicatori rilevanti per supportare la valutazione degli impatti e la determinazione del danno significativo. Indicare anche le fonti di dati utilizzate ed i metodi di misurazione o monitoraggio adottati.
  6. Misure di mitigazione: identificare e descrivere le eventuali misure di mitigazione adottate o proposte per ridurre gli impatti negativi o evitare il danno significativo. Le misure di mitigazione possono includere l’implementazione di tecnologie pulite, l’adozione di pratiche sostenibili o l’uso di materie prime riciclate.

Ultimo passaggio

Riassumere le principali conclusioni della relazione DNSH, indicando se l’attività economica soddisfa i criteri di danno significativo per ciascun obiettivo di sostenibilità. Se l’attività economica non soddisfa i criteri è importante fornire comunque raccomandazioni utili a ridurre/mitigare l’impatto.

Sostenibilità degli interventi di riqualificazione: come si calcola

Approfondimenti:

Ingegnere Edile/Architetto, laureatomi presso l’Università degli Studi di Pavia.
Svolgo l’attività di libero professionista, sono CTU presso il foro Alessandrino e mi dedico alle tematiche energetiche, all’impiantistica, alle fonti rinnovabili ed alla sostenibilità in edilizia.
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